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martedì 24 luglio 2007

+ Islas Palomino el Callao

Una altra bella esperienza si presenta a Callao, città portuale attaccata a Lima ma indipendente, con l' escursione alle isole Palomino.
Partiamo alle 8.30 dal hotel Rodas, dove Gianina si è fermata a dormire, e alle 9 e qualcosa siamo a Callao, che è ed è stato il principale porto marittimo del Perù, di grande importanza storica e commerciale, ricca di immigranti italiani. Poco dopo arrivano i compagni d' avventura e la ragazza che sarà la nostra guida. Saliamo su una barca che in pochi minuti ci porta al "Yate", l' imbarcazione per il tour. La prima cosa che vediamo è la più grande isola del Perù: San Lorenzo, situata proprio di fronte al distretto de "La Punta" (Callao), dove hanno ritrovato resti di cimiteri preispanici delle epoche mochica e chimu', durante l' epoca della colonia era base di pirati e corsari, e anch' essi la utilizaron come cimitero, durante la guerra del Pacifico era base navale dei cileni, che qui interrarono i soldati morti, e' stata utilizzata anche come "lazareto" dove tenevano in quarantena i malati di colera , e poi, di tubercolosi, che alla fine vennero sepolti qui... in poche parole è un isola cimitero con chissà quanti fantasmi. Durante la dittatura di "Leguia" era centro di reclusione di oppositori politici. Attualmente è zona ristretta della marina militare. A sud si trova "el camotal", una parte di Callao sommersa con il terremoto del 1746, ancora più a sud spunta dall' acqua l' isola El Fronton, chiamata anche l' isla del muerto. Nel 1917 fu costruita la prima prigione dove si incarceravano pericolosi criminali e oppositori politici delle varie dittature di turno. È stata il simbolo dei Più' terribili castighi penitenziari, incluso campo di fucilazione di alcuni governi militari. Negli anni ottanta arrivarono i terroristi di "sendero luminoso", che occuparono il famoso padiglione azzurro. Nel giugno 1986 i "senderisti" si ammutinarono e scoppio una rivolta, alle tre del mattino del 19 giugno la marina di guerra inizio a bombardare il carcere, tre ore più tardi le pareti del padiglione azzurro non esistevano più. Morirono almeno 120 reclusi e si registrò un gran numero di "desaparesidos". Secondo testimoni, carcerati e della marina, i reclusi che si arresero furono torturati e fucilati. L' ordine della mattanza arrivò dal presidente della repubblica, Alan Garcia, lo stesso che l' anno scorso ha vinto le elezioni ed è nuovamente presidente del Perù. Questi fatti significarono la fine di una delle più terribili carceri del Perù. Continuiamo a navigare fino all' estremo sud dell' isola di San Lorenzo, per poi dirigerci a ovest ed entrare nella zona ecologica, fino ad arrivare vicino alle isole Cavinzas, isole "guaneras" tipiche, il guano è la cacca degli uccelli, usata come fertilizzante (il Perù' era uno dei maggiori esportatori). Qui vediamo, oltre ai tanti uccelli "guaneros" marini, anche due pinguini. Finalmente si arriva alle isole Palomino, dove vive una gran colonia di otarie (lobos marinos) e qui ci possiamo tuffare per nuotare insieme a questi bei bestioni che ci urlano in faccia nella freddissima acqua del oceano Pacifico. Ehehehe, un' esperienza unica. Nel prezzo del tour (30 dollari a testa) e' incluso, oltre alla muta e al salvavita, anche uno snack e tutto il caffè' americano o te' che uno vuole, bollente, per ritornare a scaldare le ossa. Finito di circumnavigare l' isola di San Lorenzo ritorniamo a "la Punta" del Callao dopo 4 ore in mare. La Punta è il distretto più pittoresco del Callao, ideale per una passeggiata sul suo bel lungomare. Andiamo a visitare la fortezza del real Felipe che fu costruita nel 1747 per difendere la città dalle minacce dei pirati come il caso di Drake, che saccheggiò il porto nel XVI secolo, e svolse un importante ruolo durante l’Indipendenza del Perù e che ora ospita il museo militare. Visitiamo anche il sottomarino ABTAO che ha prestato servizio per 48 anni nella Marina Peruviana e nel 1998 ha smesso di funzionare e si è convertito in un museo.

+ Lima Huacho

Da trujillo partiamo alla volta di Lima, sulla strada incontriamo di nuovo manifestanti che bloccano la panamericana all' altezza di Casma, due ore fermi praticamente in mezzo al deserto costiero. Lasciamo trujillo alle 8 del mattino e arriviamo a Lima alle 9 della notte, andiamo a salutare la famiglia di Gianina e il giorno dopo siamo di nuovo in bus per raggiungere in meno di 4 ore Huacho, per passare due giorni con il fratello di Gianina che compie gl' anni. In hotel ci danno una camera con un lettone rotondo, al 4 piano. Volevamo andar a visitare il sito archeologico di Caral, però arrivarci costava più di quello che avevamo previsto, così ci fermiamo in una spiaggia. Il 15 nuovamente in bus e nuovamente a Lima. Il 17 visitiamo lo zoo di huachipa, il 19 facciamo un tour alle isole Palomino e al Callao, il 21 Barranco, distretto coloniale e pieno di romanticismo, è il punto di ritrovo dei bohemien dalla capitale, e il 22 il sito archeologico di Pachacamac e la piazza di Surco. Si avvicina l' anniversario dell' indipendenza del Perù (28 luglio) e le piazze della città sono addobate a festa con i colori bianco e rosso, fiere gastonomiche, bancarelle, sfilate e preparativi.

domenica 22 luglio 2007

+ El Brujo

Sveglia presto anche l' 11 luglio, con un taxi giallo andiamo al terminal degli autobus per Chocope, che raggiungiamo dopo un oretta, qui aspettiamo, bevendo una coca cola, il combi per andare a Magdalena de cao, tra le canne da zucchero che usano per fare il ron più conosciuto in Perù: ron Cartavio. Trentacinque minuti e arriviamo alla plaza de armas di questa vecchia, piccola cittadina di origine coloniale. Cerchiamo un mototaxista, che sembrano scarseggiare da queste parti, e per 12 soles ci porta, e ci aspetta per ritornare, al complesso archeologico di "El Brujo" che sta conformato da tre edificazioni che sono, la huaca prieta, la huaca cao viejo (o huaca blanca) e la huaca cortada. Per ora si può visitare solo una piramide di adobe di trenta metri, la huaca blanca, dove nelle pareti i mochica plasmarono belle iconografie. L’immagine più nota è il "Degollador de Cabezas" (il “Tagliateste”) uno dei fregi policromi più importanti. La figura del tagliateste si ripete nelle scene rituali rappresentate nei pezzi di ceremica. Il complesso archeologico si chiama così perché fu uno dei luoghi più frequentati anticamente dagli stregoni (brujos) della costa, che qui si ricaricavano di energia per compiere poi i loro riti e stregonerie. La scoperta risale al 1990, ma il sito è aperto ufficialmente al publico da pochi mesi. Non c'è ancora un gran aflusso di turisti e tutte le persone che lavorano qui ci vengono incontro gentilissime a stringerci la mano. Anche a Magdalena de Cao la gente è stata gentilissima e cordiale. Questo centro cerimoniale fu utilizzato anche da civiltà successive a quella dei Moche. Gli stessi padri Domenicani costruirono qui una chiesa, con il fine di imporre la propria struttura ed estirpare quelle che essi consideravano idolatrie indigene, ma allora le piramidi erano gia' coperte di sabbia e nascoste. All’interno, eretto nel settore Nord dell’antica piazza del tempio moche, c’era la nave principale della chiesa il cui altare principale era rivolto alla huaca, però un terremoto la distrusse e cosi la spostarono dove tuttora esiste, a Magdalena de Cao.
In questa huaca, alla fine del 2005 è stata trovata la mummia di una donna, (la señora de Cao) con il corpo in perfetto stato di conservazione sul quale si possono riconoscere tatuaggi sulle braccia e sulle gambe. La mummia della Señora de Cao era ricoperta da oltre venti cappe di tela, fra le quali manti coperti di lamine d’oro e di cotone. Al momento di togliere l’ultima cappa, sono stati ritrovati collari, diademi, corone e adorni nasali di oro, argento e pietre preziose. Ancora non si può vedere, però è in progetto un museo sul sito che mostrerà tutto ciò che si scopre ed è stato scoperto. Terminata la visita ritorniamo alla plaza de armas di Magdalena, dove ci fermiamo a pranzare con i padroni di un piccolo ristorante, nella loro cucina perchè i pochi tavoli erano occupati, mostrandoci la loro semplicita e genuina ospitalita'.

sabato 21 luglio 2007

+ Huaca de la luna, Huanchaco, Chan Chan

La mattina presto, dopo colazione, con un "combi" ci dirigiamo alla "campiña" di Moche, a 5 chilometri da Trujillo, dove si trova il sito archeologico della huaca del sol e la huaca de la luna, due piramidi tronche di mattoni di fango, la Huaca del sol e' una piramide scalonata alta circa 43 metri che secondo la leggenda fu costruita in solo 3 giorni da 250 mila uomini, che utilizarono 70 milioni di mattoni di fango (adobe). Si visita solo la huca de la luna, a 500 metri di distanza, che non e' altro che una sovraposizione di tempi costruiti in diversi periodi dell' impero Mochica. Tra le due si trova la zona urbana, con resti di case, grandi strade, corridoi e piazze, il tutto semicoperto o coperto dalle sabbie del deserto. La visita e' guidata, e gli scavi sono ancora in corso, si possono ammirare dei bellissimi murales policromi. Nel tempio, sotto il "cerro blanco", gli archeologi hanno trovato una tomba con piu' di 40 guerrieri sacrificati. Finita la visita rientriamo a Trujillo da dove prendiamo un altro combi per andare a Huanchaco, un centro abitato nella costa dell' oceano pacifico, a 13 chilometri a nordest. Questo balneario e' famoso per i tipici "caballitos de totora", piccole imbarcazioni di canna che usano dai tempi piu' remoti per pescare, e per i pittoreschi ristoranti sempre provvisti di pesce fresco, cosi ne aprofittiamo per pranzare. Dopo una passeggiata in spiaggia raggiungiamo, sulla strada per Trujillo, Chan Chan, che con un’estensione di circa 20 chilometri quadrati, è la città di mattoni crudi più grande dell’America preispanica.
L’antico impero Chimú (VIII - XV d.C.) fondò la capitale vicino al fiume Moche, e la chiamò Jang-Jang,
che nell’antica lingua moche significa “sole-sole”. Per costruirla i chimú utilizzarono mattoni crudi, ciottoli, fango, legno, paglia e canne, materiali che si integrano in modo naturale con la sabbia della costa. La città è formata da palazzi con una sola via d’accesso al refettorio che si apre in tutte le direzioni con pareti e edifici dall’architettura rettangolare: atri interni, residenze, piazze amministrative, templi, piattaforme e magazzini. Le pareti furono decorate con fregi ad alto rilievo con motivi geometrici e zoomorfi. Ogni palazzo era circondato da quartieri periferici, dove vivevano i produttori e i servi del regno. I nomi con i quali oggi si conoscono i palazzi sono quelli degli archeologi che le studiarono. Attualmente si puo' visitare solo il palazzo Tschudi. La città fu il nucleo urbano di un grande stato regionale che abbracciò metà della costa peruviana, da Tumbes fino alle porte di Lima. Ultima tappa la visita al museo del sito poi rientriamo a Trujillo.

venerdì 20 luglio 2007

+ Trujillo

Trujillo e' il capoluogo della regione "La Libertad"nella costa nord del Peru', senza dubbio e' una delle piu' importanti citta' del nord del paese e dal mio punto di vista una delle piu' belle e interessanti. Nei dintorni abbondano i vestigi archeologici delle varie culture preispaniche, come piramidi, centri cerimoniali religiosi e citta' di mattoni di fango. Il centro della citta', perfettamente conservato, richiama ad un passato centenario, attraverso le sue strade e la sua architettura, con casone, chiese e palazzi. Un taxista ci accompagna in un hotel non molto lontano dalla plaza de armas, in pieno centro storico. Ci fermiamo qui per tre giorni, il giorno che arriviamo, il 9 luglio, visitiamo alcuni musei: il museo di archeologia dell' universita' e' vicino al nostro hotel, e' ubicato in una bella casona republicana ed esibisce espressioni culturali delle diverse civilizazioni preispaniche, Viru', Mochica e Chimu' tra le altre; il museo di zoologia presenta un ampia mostra della svariata fauna del Peru' con animali impagliati, scheletri, foto e disegni, a volte un po' macabro ma interessante... comunque mi piaciono piu' vivi e in liberta'... bhe, qualcuno anche cucinato bene. L' ultimo museo che visitiamo e' il museo del juguete ovvero del giocattolo, che propone di far conoscere la storia dei giocattoli nel mondo nelle diverse forme artigianali e la trasformazione nel tempo, la collezione parte da giocattoli preispanici e termina negli anni 50 con l' inizio della fabricazione industriale. L' uomo non costruisce questi artefatti solo per intrattenere i bambini, ma anche per conservare e ricordare la propria infanzia.Non puo' poi mancare la visita alla plaza de armas, dove passiamo e ripassiamo varie volte in questi giorni, tracciata in piena conquista, e' circondata da palazzi, casone coloniali, republicane e la cattedrale, edificata sopra una terrazza, costruita tra il 1647 e il 1666. Al centro della piazza si alza il monumento alla liberta': fu qui che si proclamo' per la prima volta l' indipendenza del Peru'.

+ PedroRuiz

Quello che segue e' una piccola odissea. Dal terminal di Rioja prendiamo l' autobus che da Tarapoto va a Lima, con destinazione Pedro Ruiz, dove c'e' il bivio per andare a Chachapoyas, per andare a vedere il sito archeologico di Kuelap. Ci fanno salire ma non ci fanno il biglietto, niente da dire sull' autobus, pulito e comodo, i paesaggi sono fantastici, ma arrivati a Pedro Ruiz (dopo 4 ore) ci fanno scendere all'inizio del villaggio, e non al bivio perche' hanno paura che ci siano i controlli e cosi' ci buttano i bagagli in mezzo alla strada e ci lasciano li. Raggiungiamo il bivio con un motocarro, mi sale il nervoso perche' abbiamo pagato 30 soles a testa e ci hanno buttato letteralmente in mezzo alla strada, senza biglietto, senza il pranzo che ci avevano detto incluso, e senza neanche una parola di scusa. Al bivio pranziamo e chiediamo informazioni per raggiungere Chachapoyas, o il combi o con un taxi collettivo che costa 12 soles, problema: sembra che la strada sia chiusa per lavori e riapra il pomeriggio, in piu' gioca il Peru', aspettiamo invano un combi, poi andiamo ad aspettare un "carro", uno ci propone il trasporto per 20 soles, e scende fino a 15 ma non accettiamo, ci hanno gia' fregato con l' autobus. Dopo ore di attesa arriva un altro "carro" ma si mette in mezzo il ceffo che voleva farci andare con l' altro e vogliono farci pagare 15, mi incazzo e scendiamo dalla macchina, cercano di accontentarci abassando il prezzo a 12, come in realta' costa, ma ormai sono incazzato e non voglio sentire ragioni, mi metto a urlare in faccia al ceffo e quasi arriviamo alle mani. Si prende un gran vaffanculo in faccia e cosi' Gianina impara una nuova parola in italiano. Decidiamo di abortire il viaggio a Chachapoyas e a Kuelap, compriamo i biglietti per andare a Trujillo col bus delle 8.30... Un' altra giornata sprecata ad aspettare in un pseudo villaggio in mezzo alle montagne.

martedì 17 luglio 2007

+ Da Tarapoto a Rioja passando per Moyobamba

Da Tarapoto, con un "combi", in due ore arriviamo a Moyobamba, il capoluogo della regione di San Martin e la prima citta' fondata nella selva peruviana dagli spagnoli. Contrattiamo un motocar·taxista per fare un giro a vedere le cose piu' interessanti della citta'. La prima fermata e' un mirador, punta San Juan, dove si ha la vista della vallata e del rio Mayo, poi andiamo al boulevar di punta tauyshco, dove poco lontano visitiamo un vivaio di orchidee, Moyobamba e' conosciuta come la citta' delle orchidee , molto interessante, con tantissime specie e qualche animale: serpenti, coccodrilli, sajino, guacamayo e altri uccelli. Dopo qualche foto alla plaza de armas andiamo a prendere il "carro" (un taxi collettivo) con direzione Rioja, che dista mezz' ora. Rioja, come Moyobamba, si trova nella valle dell' AltoMayo. Ai fianchi della strada ci sono spesso teloni di plastica con sopra i chicchi di caffe' a seccare al sole. Ci lasciano in un hotel a mezza "cuadra" dalla plaza de armas dove ci sono delle palme altissime. La mattina seguente, di buon ora, andiamo a prendere un combi che ci porta, in meno di mezz' ora al villaggio di "Segunda Jerusalem" e dopo 20 minuti di cammino arriviamo alla sorgente del rio Tioyacu, tra la folta vegetazione tropicale, che forma pozze, piscine e cascate naturali e Gianina non si lascia scappare l' occasione di farsi un bel bagno freddo, l' acqua e' freddissima e cristallina. Alle 10 pero' siamo nuovamente a Rioja perche' abbiamo il bus per Pedro Ruiz.

venerdì 13 luglio 2007

+ Lamas

Nel 1536 gli spagnoli si innoltrarono nella selva alla ricerca del leggendario e ambito "El Dorado", arrivando nel 1656 la dove oggi si trova la cittadina di "Lamas". Qui incontrarono a tribu' indigene che avevano la testa rasata, chiamandoli "motilones". Questi nativi avevano uno spirito ferreo e cercarono di resistere all imposizione di una nuova cultura e una nuova religione, ma alla fine la "santissima croce" trionfo' nel convertire questi indigeni alla cristianita nonostante il violento rifiuto dei loro capi e stregoni, che vedevano il loro potere diminuire.
Poco lontano, nel 1782 un vescovo fondo' la citta di Tarapoto, sulle rive della "cocha suchiche" (laguna suchiche) dove oggi rimane solo una piazzetta con lo stesso nome. Lamas dista mezz' ora in taxi collettivo da Tarapoto, pero troviamo una manifestazione di insegnanti in sciopero che bloccano un ponte e cosi rimaniamo bloccati, per fortuna solo per mezz' ora. Gli scioperi, in Peru' stanno aumentando e spesso le manifestazzioni sono violente, il malcontento generale aumenta giorno dopo giorno, ora sono gli insegnanti, professori universitari e maestri, ma ci son stati anche scioperi di minatori, cocaleros, intere regioni per questioni di esenzioni o tributi.
Lamas e su una collina , dopo aver visitato la plaza de armas andiamo, camminando per le vie polverose, in un mirador da dove si ha una bella vista di tutta la valle. Nel 2005, quando io ero a Iquitos, Lamas e stata violentemente colpita da un terremoto, a Iquitos, che rimane lontanissimo, la terra ha tremato per piu di un minuto, e si notano ancora le rovine delle case di "adobe" (mattoni di fango crudo) crollate.
Qui esiste una comunita di nativi che usa ancora abiti tradizionali, imposti dagli spagnoli, ma e difficile vederli, soprattutto in settimana perche stanno nei campi, pero noi abbiamo la fortuna di vedere qualche donna in citta mentre il taxi collettivo per Tarapoto fa dei giri per cercar gente per riempirsi e partire.

domenica 8 luglio 2007

+ Yurimaguas Tarapoto

Sbarcati a Yurimaguas, (la perla del Huallaga, come la chiamano alcuni, ma che di realmente bello ha poco o nulla, mi sembra piú un ibrido tra Tarapoto e Iquitos), un esercito di scaricatori di porto sale sulla barca appena attracca facendomi incazzare perché non mi fanno scendere e spingono indietro, finchè non comincio a spingere controcorrente e dare cazzotti ad altezza uomo e non metto piede a terra. Dopo vari minuti riesce a scendere dalla barca anche Gianina e cerchiamo un taxi collettivo per andare a Tarapoto. Peró la strada é chiusa per lavori fino alle 6-30, stanno finendo di asfaltarla. rimaniamo in porto un pó, fino a che non si trovano gli altri passeggeri ma poi ci dirigiamo verso Pongo, una villaggio a circa metá strada dove faciamo una colazione a base di zuppa e uno stufato di manzo con riso, una scapatella in un internet point accompagnati da un "sajino" un suino "selvatico", poi un vecchio che stá in macchina con noi vuole partire per arrivare presto, facendo arrabbiare a tutti perché almeno lí c'é un pó da fare e una tv da guardare. Penso che non ha capito che la strada é chiusa... ma non lo vuole capire, cosí andiamo avanti, arrivando fin dove si puó arrivare... in mezzo alla selva, lontano da tutto verso mezzogiorno. sei ore e mezzo fermi lí in compagnia delle zanzare. Per fortuna c'é qualcuno che vende cibo, cosí verso le due mangiamo una minestra di pesce, "shilcano de carachama", tra l'altro molto buona. Mi inoltro un pó in mezzo a gli alberi e mi accorgo che la strada porta molti benefici ma anche distruzione e sporcizia, in giro c'é tantissima spazzatura, bottiglie e buste di plastica, e in piú ci sono tantisimi alberi tagliati illegalmente, sono testimone, un uomo con un camion mezzo vuoto scende e inizia a saccheggiare tronchi giá tagliati, ma non gli basta, cosí va tra gli alberi e inizia a tagliare quelli piú facili da tagliare. Alle 6-30 aprono la strada e finalmente percorriamo l'ultimo disastrato tratto di strada e dopo un' ora giungiamo a Tarapoto, ci sistemiamo in hotel poi telefoniamo a Llanina, la ragazza che lavorava nell' agenzia della mamma di Gianina e dopo cena viene a trovarci in hotel.

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