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sabato 31 ottobre 2015

Menzione Speciale

Una mia foto, la Prua del relitto del KT12, scattata nell'estate 2014 in Sardegna, nel Golfo di Orosei, è stata premiata con la Menzione Speciale al 1° Concorso Fotografico Subacqueo "Furio Benigni" all'acquario di Genova

sabato 9 maggio 2015

Cimitero delle Fontanelle


Con la solita Circumvesuviana arriviamo a Napoli, prima del treno per Reggio Emilia abbiamo qualche ora a disposizione e con la metropolitana ci dirigiamo verso il rione Sanità, fermata Materdei, per visitare il famoso Cimitero delle Fontanelle. Lo so, a Napoli probabilmente ci sono decine di altre cose, forse, più interessanti o attraenti da visitare, ma a me ispira il Cimitero, che poi è un ossario che accoglie le ossa e i teschi di 40000 persone, soprattutto vittime della grande peste del 1656 e del colera del 1836, all'interno di grandi cave di tufo sotterranee. Un ambientazione molto inquietante e suggestiva.
I teschi anonimi, sono diventati per la gente della città le anime abbandonate, cosiddette anime pezzentelle, un ponte tra il mondo dei morti e il mondo dei vivi. Il cimitero è noto perché vi si svolgeva un particolare rito, che prevedeva l'adozione e la sistemazione, in cambio di protezione, di un cranio. Negli anni sessanta, gli anni del Concilio Vaticano II, il parroco della chiesa delle Fontanelle preoccupato per il feticismo insito nel culto delle "anime pezzentelle" chiese consiglio all'arcivescovo di Napoli.
Nel 1969 il Tribunale ecclesiastico per la causa dei santi proibì il culto individuale delle capuzzelle, oggetto di una fede pagana. Per anni in stato di abbandono, fu messo in sicurezza e riordinato nel 2002, ma mai riaperto al pubblico se non per pochi giorni l'anno.
Nel 2010 una pacifica occupazione degli abitanti del rione ha convinto l'Amministrazione Comunale a riaprirlo. Da quel giorno il cimitero è di nuovo accessibile. Lungo la via che porta al Cimitero si notano anche officine, magazzini e case all'interno di antiche cave di tufo scavate dentro la collina sovrastante.

Pompei ed Ercolano













Preparo lo zaino per lasciare l'albergo e andare a Napoli a prendere il treno per tornare a Reggio Emilia. Sono soddisfatto, ho finalmente visto le rovine di Pompei ed Ercolano, siti archeologici tra i più famosi al mondo.
Due città situate poco a sud di Napoli, sovrastate dal cono del vulcano Vesuvio che con la sua mole domina tutto il Golfo, sulla linea di costa dell’epoca, più arretrata rispetto all'attuale, e che furono travolte dalla lava, dal fumo e dalle ceneri che uccisero tutti gli abitanti quando il vulcano erutto nel 79 d.C.
Le due località però vennero colpite in maniera diversa. Probabilmente ad Ercolano le ceneri laviche vennero precedute da una nube tossica che uccise gli abitanti, cogliendoli di sorpresa; sono stati ritrovati molti scheletri di persone che cercavano disperatamente di mettersi in salvo su quella che allora era la spiaggia; poi si accumulò uno spesso strato di ceneri vulcaniche che avrebbe fissato per secoli lo scenario di quella giornata.
Invece a Pompei si riversò una valanga di ceneri incandescenti in pochi secondi che istantaneamente ricoprì tutto, anche gli abitanti, i cui corpi vennero sepolti nelle pose e negli atteggiamenti che avevano nel momento in cui vennero raggiunti dalle ceneri.








venerdì 8 maggio 2015

Herculaneum

Circumvesuviana, una ventina di minuti di treno, fermata Ercolano Scavi. L'entrata di Herculaneum è vicino alla stazione, ma noi allunghiamo un po', andando a fare un giro nel famoso mercato di Resìna, forse, il più famoso mercato vintage d'Italia. Io sono un po' insofferente, mi sembra che ci si trovi solo roba vecchia e cianfrusaglie, invece Veronica vorrebbe stare a frugare e scavare in quei negozietti e bancarelle tutto il giorno alla ricerca dell'affare dell'anno.
Poco dopo siamo sotto il portale con la scritta Herculaneum, lo attraversiamo e raggiungiamo l'entrata del sito. Entrando si ammira dall'alto in tutto il suo carisma. Un caffettino nel self-bar prima di dedicarci al viaggio nel tempo. Ercolano mi affascina forse un po' più di Pompei, è molto più piccola, raccolta, ha conservato meglio le sue abitazioni, si possono notare le scale che salivano ai piani superiori, travi in legno, soffitti e resti di arredi. La visita dura meno ed è più accurata rispetto a Pompei, a volte ritorniamo anche due volte nello stesso posto, poi, prima di andar via ci sediamo ad un tavolino del self-bar a mangiare un gelato, fare il punto della situazione e a goderci le rovine all'ombra.

giovedì 7 maggio 2015

Una passeggiata a Sorrento

Dopo una giornata tra le rovine di Pompei, camminando su antiche strade, siamo stanchi, ma è presto, quindi dopo una doccia in hotel non ci facciamo prendere dall'abbiocco e usciamo nuovamente. Con il treno della circumvesuviana andiamo a Sorrento. In mezz'oretta siamo li. Tra negozi di souvenires, grossi cedri, limoncello, caffè e pizzerie passeggiamo nel centro cittadino per poi scendere verso la spiaggetta-porticciolo di marina grande. Case dalle tinte pastello, barche variopinte, ristorantini, pescatori che rammendano le reti, gatti, qualche ragazzo che già si fa il bagno in mare. Una passeggiata al profumo di salsedine poi risaliamo verso il centro, una pizza in un pub inglese di dubbio gusto, un gelato artigianale dai gusti particolari e dopo si torna, sempre col treno, a Pompei.


Pompei

Finalmente, dopo tanto tempo che dico che mi piacerebbe andare a visitare Pompei ed Ercolano, ieri mattina alle 8:33, io e Veronica partiamo col treno intercity dalla stazione di Reggio Emilia e dopo un viaggio, relativamente tranquillo, di sette lunghe ore, arriviamo alla stazione di Napoli Centrale. Qualche metro sotto terra si trova la stazione della Circumvesuviana, Il treno parte dopo pochi minuti, pienissimo, straccarico, e in circa quaranta minuti arriviamo nella stazione di Pompei Scavi - Villa dei Misteri. L'hotel prenotato non è lontano ed arriviamo con pochi minuti di cammino. L'accoglienza è buona, e la struttura carina, la stanza è al terzo piano, bella e spaziosa con un balcone che guarda al Vesuvio... e all'autostrada. Ci sistemiamo e riposiamo un po', poi andiamo a visitare il centro della città a piedi, una bella cittadina che vive di turismo, con ristoranti, pizzerie, bancarelle di souvenires.

Stamattina, dopo la colazione e una visita alle bancarelle di Souvenires, facciamo la fila all'ingresso principale, per comprare i biglietti e poco dopo passiamo i tornelli e siamo davanti a Porta Marina, la più imponente delle sette porte dell'antica città. Pompei, emozionante e sbalorditiva. Ci sono tante rovine di epoca Romana in Italia ma questa ha la caratteristica di esser stata sepolta in breve tempo da cenere e lapilli nel 79 d.c. quasi duemila anni fa. Un'intera città nascosta e dimenticata per secoli. Penso che mantenerla ed evitare che molte cose vadano perdute siano battaglie perse, il tempo sarà inclemente. Durante la mia visita ho visto parecchi lavori di restauro e conservazione, è vero che si potrebbe fare meglio e di più, ma mi immaginavo molta più incuria e degrado.

Come testimonia una lettera di Plinio il Giovane, la tragedia venne annunciata da un altissima nube nera, poi caddero dal cielo lapilli infuocati e una pioggia di cenere che coprì Pompei e i suoi abitanti. Per secoli l'intera zona venne abbandonata e si perse anche la memoria del luogo esatto dove sorgeva la città. I primi scavi nell'area pompeiana si ebbero a partire dal 1748, per volere di Carlo III di Borbone ma solo nel 1763 un'iscrizione rivelò agli archeologi il nome di Pompei. Da allora gli scavi non si sono più interrotti e oggi due terzi della città sono stati riportati alla luce. Passeggiamo sulle antiche strade selciate, visitiamo il Foro e gli edifici che si affacciano, varie case con gli straordinari affreschi, botteghe, forni, terme, anfiteatri, il lupanare, una necropoli, la bellissima (e riaperta al pubblico da poche settimane) Villa dei Misteri. Dopo cinque ore, camminando sotto l'insolito caldo sole di questo maggio, decidiamo di uscire, anche se ci manca ancora qualcosa da scoprire, ma ormai siamo stanchi.

martedì 21 aprile 2015

Una mia foto "Giant's Causeway"

Una mia foto, scattata in Irlanda nel 2013, come copertina di questa Guida Ufficiale delle Comunità di Servizio dell'Irlanda del Nord.

martedì 10 marzo 2015

Au revoir Paris

Oggi si ritorna a casa, ma l'aereo decolla da Beauvais alle 17:55 perciò dobbiamo essere a Port Maillot per prendere la navetta verso le 14:30, quindi abbiamo tutta la mattina per fare qualcosa. Lasciato l'hotel, con le valige in mano, decidiamo di andare a visitare il museo Quai Branly, un moderno museo, vicino alla Tour Eiffel dedicato alle civiltà e alle arti d'Africa, d'Asia, dell'Oceania e delle Americhe e che ospita una mostra temporanea sul Tatuaggio che riassume i cinquemila anni di storia del tatuaggio.
Per arrivare al museo siamo scesi alla stazione della metro Alma-Marceau,  dove c'é, in Place de l'Alma, la fiamma della libertà, una scultura che riproduce la fiamma che sta in cima alla statua della libertà di New York e dove c'è il sottopassaggio dove nel 1997 perse la vita Lady Diana. Subito dopo l'entrata, prima di cominciare il percorso museale, ci si presenta davanti un Moai, una statua dell'isola di Pasqua (un po' ridotta male), ed è il quarto Moai che vedo, queste statue mi entusiasmano tantissimo, spero un giorno di riuscire ad andare sull'isola.
Dopo l'interessante visita andiamo a prendere la metropolitana al Trocadero, da dove si vede magnificamente la Tour Eiffel, e ci dirigiamo a Port Maillot e con la navetta all'aeroporto.

lunedì 9 marzo 2015

Paris. la Seine, le ballon et Montmartre.

Usciamo dalla stazione della metropolitana di Palais Royal - Musée du Louvre, la piazza del Louvre con la piramide di vetro in mezzo è sempre suggestiva, anche con una fila immensa di turisti che aspettano di entrare al museo e i soldati armati di mitraglie. Quasi tutti i musei di Parigi sono chiusi il Lunedì, ma il Louvre chiude il martedì. Scendiamo verso la Senna, compriamo il biglietto e saliamo sul battello che percorre il fiume, più che come mezzo di trasporto lo usiamo come crociera, effetua otto fermate presso le principali mete turistiche, un modo alternativo (ma non troppo) per ammirare i siti vicini al fiume passando sotto i ponti. Facciamo un giro completo: prima fermata Champs-Elisées, anche se non proprio vicinissimi al fiume, poi si arriva alla Tour Eiffel,
maestosa, si gira e si torna indietro, altra fermata la ex stazione ed ora museo D'Orsay, e sulla riva opposta si vede il Louvre, si continua fino a Saint-Germain-des-Prés poi Notre-Dame e Jardine des Plantes, si torna indietro passando dall'altra parte delle due isole e un altra fermata è l'Hotel de Ville, si continua sul fiume e decidiamo di scendere alla Tour Eiffel.  Con la metropolitana raggiungiamo il parco Citroen, dove abbiam letto che si può salire su una mongolfiera.  La mongolfiera c'è, ma ci siamo solo noi, nessun altro turista, comunque andiamo al botteghino per sentire che ci dicono, ci fanno salire anche se siamo solo in due.
Nonostante sia saldamente ancorata al terreno da un cavo d'acciaio, è molto emozionante salire di quota, su su, fino a centocinquanta metri. Un altro modo alternativo, e molto suggestivo, di ammirare Parigi.
Col treno (RER) andiamo a Notre-Dame per vedere se riusciamo a salire sulle torri, ma arriviamo pochi minuti troppo tardi, pazienza, sarà per un altra volta. Un giretto e un panino nel Quartiere latino, che con la luce del giorno sembra meno suggestivo e interessante.
Ancora metropolitana e scendiamo a Montmartre, nella stazione di Anvers. Saliamo i gradini fin su la basilica del Sacro Cuore, pieni di turisti e ragazzi che bevono, chiacchierano e strimpellano.
A pochi passi dalla chiesa ci fermiamo a bere una birra in un pub, poi passeggiamo per il quartiere tra piazze, stradine, scalinate e negozi di souvenires.

domenica 8 marzo 2015

Le Mondial du Tatouage

Ultimo giorno de "Le Mondial du Tatouage", La tattoo convention di Parigi, vicino all'hotel, nella Grande Halle de La Villette, in uno dei più grandi parchi della città.  Nonostante la lunga fila per entrare, ma molto veloce, ed il prezzo d'ingresso non proprio economico, penso di poter affermare che è la miglior tattoo convention che ho visto, location suggestiva, un’enorme struttura di ferro e vetro, molto spazio, si poteva camminare tranquillamente tra i tantissimi stand, ammirare i tattuatori al lavoro, un grande spazio ricreativo con tavolini e sedie, bar con buona birra, baguette e cibo, barbieri, uno stand della Fender con chitarre dipinte da alcuni artisti che si potevano provare e tante altre curiosità e tanta gente.


Dopo qualche ora di riposo in hotel ci rechiamo nel quartiere di Marais per mangiare qualcosa e fare una passeggiata fino a Les Halles, dove sono in atto dei lavori e tutto è un immenso cantiere, una sguardo alla piazza del Centre Pompidou e alla scultura del "L'Ecoute" che raffigura una testa ed una mano davanti alla chiesa di Saint-Eustache.

sabato 7 marzo 2015

Arrivée à Paris


Partenza in aereo da Bologna alle 15:35 - Arrivo a Paris Beauvais alle 17:30. Facciamo in tempo a salire sulla prima navetta per Port Malliot ed arriviamo prima delle 19:00. Con la metropolitana dopo mezz'oretta siamo a La Villete, qui abbiamo prenotato lo stesso hotel di tre anni fa, ci siamo trovati bene, quindi, perchè cambiare.
Altre tre notti a Parigi, La Ville Lumière. Una volta sistemati in hotel, decidiamo di andare nel Quartiere latino a mangiare un falafel. Fermata della metropolitana St-Michel. Il labirinto di stradine intasato di turisti, tutto è molto animato, affascinante. Ristorantini greci, caffè, negozietti di souvenires, birrerie, teatrini, vicino, la Senna e Notre-Dame.
Quindi una passeggiata davanti alla cattedrale e poi lungo il fiume, dove si incrociano comitive di giovani che bevono, chiacchierano, ballano scalmanati al suono di uno smartphone. Attraversiamo la Senna sul Pont de Sully e continuiamo la passeggiata notturna fino alla Place de la Bastille, una grande rotonda trafficata con una colonna sormontata da una statua dorata in centro che ha più un fascino simbolico che un vero e proprio interesse visivo. La fortezza della Bastiglia, poi trasformata in prigione, fu demolita poco dopo la Rivoluzione ed è uno dei monumenti più celebri tra quelli che non esistono più. Siamo stanchi, con la metropolitana torniamo in hotel.

mercoledì 4 marzo 2015

Una mia foto "Tavolara"

Un altra mia foto, scattata a luglio 2014 a Porto San Paolo, in Sardegna, nel libro, in inglese, "Endangered Oceans - Investigating Oceans in Crisis" di Jody Sullivan Rake - Capstone Press

domenica 1 febbraio 2015

Terzo giorno ad Atene

Terzo giorno nella città di Pericle e Platone, culla della filosofia e della democrazia. Mentre ci dirigiamo verso il tempio di Zeus ci fermiamo qualche minuto davanti alla tomba del milite ignoto, in piazza Syntagma, per vedere il cambio della guardia delle 11, ma c'è troppa gente per i miei gusti e andiamo via quasi subito.
Attraversiamo i Giardini Nazionali e i Giardini Zappeion ed arriviamo al Tempio di Zeus Olimpio, il tempio più grande di tutta la Grecia. Restano 15 colonne corinzie alte 17 m con una base di 1,7 m di diametro, una giace a terra e sembra sia caduta durante una tempesta nel 1852. I lavori per la sua costruzione richiesero oltre 700 anni e fu l'imperatore Adriano a portare a termine l’opera nel 131 d.C. Fuori dal sito, all’incrocio tra due trafficatissime strade, si alza l’Arco di Adriano. L’imperatore lo fece costruire nel 132 d.C. per commemorare la consacrazione del Tempio di Zeus Olimpio e serviva da struttura divisoria tra la città antica e la città romana: sul fregio a nord c'è la scritta ‘Questa è Atene, l’antica città di Teseo’, mentre sul fregio a sud si legge ‘Questa è la città di Adriano e non di Teseo’.
Dopo pranzo invece andiamo verso il nuovo museo dell'Acropoli, ma prima visitiamo le rovine del Teatro di Dioniso, sul versante meridionale dell’Acropoli, si dice sia il primo teatro del mondo. Poi una passeggiata fino all'entrata dell'Acropoli passando dentro i siti archeologici poi entriamo al museo.
Emblema moderno di orgoglio nazionale, inaugurato nel 2009, ospita i tesori dell’Acropoli giunti fino a noi, tra cui reperti prima custoditi in magazzini e altri musei. Ci sono anche le cinque Cariatidi originali , le colonne dalle forme femminili che sostengono l’Eretteo (la sesta si trova al British Museum), sull'Acropoli ci sono delle copie. La notte ci beviamo una birra in un pub "Irlandese" nella zona di Monastiraky, poi un ultima passeggiata tra le vie della capitale della Grecia, domani mattina con la metropolitana andiamo in aeroporto e poi si torna in Italia.

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