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sabato 9 maggio 2015

Cimitero delle Fontanelle


Con la solita Circumvesuviana arriviamo a Napoli, prima del treno per Reggio Emilia abbiamo qualche ora a disposizione e con la metropolitana ci dirigiamo verso il rione Sanità, fermata Materdei, per visitare il famoso Cimitero delle Fontanelle. Lo so, a Napoli probabilmente ci sono decine di altre cose, forse, più interessanti o attraenti da visitare, ma a me ispira il Cimitero, che poi è un ossario che accoglie le ossa e i teschi di 40000 persone, soprattutto vittime della grande peste del 1656 e del colera del 1836, all'interno di grandi cave di tufo sotterranee. Un ambientazione molto inquietante e suggestiva.
I teschi anonimi, sono diventati per la gente della città le anime abbandonate, cosiddette anime pezzentelle, un ponte tra il mondo dei morti e il mondo dei vivi. Il cimitero è noto perché vi si svolgeva un particolare rito, che prevedeva l'adozione e la sistemazione, in cambio di protezione, di un cranio. Negli anni sessanta, gli anni del Concilio Vaticano II, il parroco della chiesa delle Fontanelle preoccupato per il feticismo insito nel culto delle "anime pezzentelle" chiese consiglio all'arcivescovo di Napoli.
Nel 1969 il Tribunale ecclesiastico per la causa dei santi proibì il culto individuale delle capuzzelle, oggetto di una fede pagana. Per anni in stato di abbandono, fu messo in sicurezza e riordinato nel 2002, ma mai riaperto al pubblico se non per pochi giorni l'anno.
Nel 2010 una pacifica occupazione degli abitanti del rione ha convinto l'Amministrazione Comunale a riaprirlo. Da quel giorno il cimitero è di nuovo accessibile. Lungo la via che porta al Cimitero si notano anche officine, magazzini e case all'interno di antiche cave di tufo scavate dentro la collina sovrastante.

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